Questo volume riunisce le due parti di un dittico, "Frattura composta di un luogo" e "Frattura composta di un nome" (Ladolfi, 2019 e 2020), un giallo esploso in frantumi che in prima istanza appare come il racconto di un luogo, di una cittadina universitaria che "assomiglia molto alla mappa che la rappresenta", coperta dalla neve e infine primaverile, in cui la vita degli studenti si mantiene in equilibrio tra l'inquietudine e la festa. Poi accadono eventi straordinari, si annuncia l'arrivo di un grande personaggio capace di rispondere alle domande più confuse, uno strano rapace azzurro fa ogni tanto capolino, soprattutto scompare misteriosamente una ragazza. Sono in fondo tre modulazioni della speranza: che risponda, che sia un segno, che ritorni. In quest'atmosfera sospesa tra Twin Peaks e la giovinezza, dove "tutto sembra la prova di qualcosa di più grande che avverrà fuori, all'esterno", si attende allora di scoprire che fine abbia fatto Sabine. Il lettore stesso potrà ricostruire la verità, attraverso le tre sezioni (Il luogo - I nomi - Le voci), percorse una volta e poi di nuovo come riavvolgendo il nastro. Protagonista rimane la geometria del luogo, che fa da sfondo rigoroso agli struggimenti umani