Fratelli e sorelle interagiscono su un asse orizzontale, che si interseca, come su un piano cartesiano, con quello verticale, costituito dal mondo degli adulti. Se nell'universo socializzato dei bambini e delle bambine più grandi la lacaniana 'legge del padre' proibisce l'incesto e l'omicidio lungo l'asse verticale, nel mondo presociale del bambino piccolo è quella che Mitchell definisce 'legge della madre' a impedire che omicidio e incesto avvengano tra fratelli e sorelle. L'autrice affronta in questo volume un'analisi psicoanalitica delle relazioni nella fratria, rintracciando la presenza, o la significativa assenza, di fratelli e sorelle nel lavoro di tre grandi autori: Donald Winnicott, Wilfred Bion e Jean-Bertrand Pontalis. Ogni bambino piccolo vive, indipendentemente dall'arrivo reale di un fratellino o di una sorellina, un 'trauma della fratria' (altro punto cardine della concezione di Mitchell), un momento in cui la propria identità di bebè della famiglia è messa in discussione. Non è più quello che era ma non è ancora quello che diventerà; l'ingresso nel mondo sociale attenua, almeno in apparenza, questo trauma, che tuttavia è rimasto troppo a lungo inesplorato e secondo l'autrice si ripropone con forza nell''omicidio legalizzato' rappresentato dalla guerra e nell''incesto legalizzato' rappresentato dal matrimonio. In chiusura del volume viene affrontato un altro punto nodale della teoria della psicoanalista britannica, il concetto di 'genere', da utilizzare esclusivamente sull'asse orizzontale, poiché basato sulla bisessualità psichica, cioè sulla presenza psichica dell'altro sesso in ciascuno di noi.