Tratto dalla tesi di laurea, Frate Jacopone di Natalino Sapegno, tra i più importanti critici letterari del secondo dopoguerra, fu pubblicato dalle Edizioni del Baretti nei mesi che portarono nel 1926 alla tragica fine di Gobetti. Sapegno era stato figura di tutto rilievo del circolo gobettiano, collaboratore di «Energie Nove» già nel 1919 e poi della «Rivoluzione Liberale». Così, ben più dell'analisi estetica delle Laude ispirata ai criteri crociani della poesia, conta in questa sua prima opera l'intrecciarsi della vicenda storico-biografica di Jacopone con quella dell'editore torinese. Nella critica agli «atteggiamenti consueti dello scismatico e del ribelle» e alla solitudine orgogliosamente settaria del frate si può leggere infatti in filigrana, come gli scrisse l'amico Mario Fubini, il non facile rapporto con l'intransigenza etico-politica di Gobetti, che pure, confessò poi Sapegno ad Ada, smaschera «le nostre coscienze» e «la nostra viltà». Postfazione di Gandino Germana.