Francesco Scotti nasce nel 1910 in una modesta casa di Casalpusterlengo, quinto figlio di madre casalinga e di padre artigiano. Studente di medicina a Milano, si accende di passione per la "causa" degli operai e braccianti della sua terra. Per opporsi al fascismo, organizza il locale Partito comunista italiano. Arrestato, è condannato dal tribunale speciale a cinque anni di reclusione nel penitenziario di Civitavecchia. Tornato in libertà, riprende gli studi e l'attività cospirativa, indi espatria a Parigi. È tra i primi ad accorrere in Spagna quando la repubblica democratica spagnola subisce il golpe militare di Francisco Franco. Combatte alla testa dei miliziani sui fronti di Aragona, di Madrid e dell'Ebro, fino alla retirada aldilà dei Pirenei. Dopo una esperienza da "ortolano" clandestino nel sud-ovest della Francia, combatte il nazifascismo nelle file del maquis e l'8 settembre 1943 rientra in Italia dove prende parte alla Resistenza come comandante "garibaldino" prima in Lombardia poi in Piemonte. Dopo la Liberazione, è parlamentare comunista all'Assemblea Costituente e poi per quattro legislature alla Camera e al Senato. Intensa è la sua attività di custode della memoria partigiana, di assertore e promotore di riforme sociali, di infaticabile vessillifero della pace nel mondo, aperto al dialogo con tutti i democratici. Si spegne nel 1973 all'Istituto dei tumori di Milano.