La silloge è divisa in due parti: In campagna/In città. Proprio nei quattro racconti della sezione d'apertura è dato trovarsi immersi in atmosfere di grande suggestione, sempre rese con uno stile ricercato che compendia e sintetizza, in un mixage che sa di sperimentazione linguistica, la sonorità e la sintassi del dialetto piemontese e la forma aulica. L'autore sa dare concretezza ed espressione a manifestazioni immanenti di una società arcaica, di un mondo contadino ormai perduto, con le sue figure umane, i suoi elementari rapporti sociali, il suo lavoro, i suoi valori sospesi in un tempo di già passato. Ma il narratore riesce anche a garantire forma e consistenza a tutto il suo 'sottotesto' di superstizione, di magia, di antiche credenze 'pagane', che a ben vedere 'sottotesto' non è, ma, al contrario, è parte integrante e ineludibile di quel mondo. E ne costituisce il fascino.