"Raccontare" con le immagini sembra apparentemente facile: basta inquadrare, scattare, e qualcosa si fissa nel sensore della fotocamera, dello smartphone, del tablet. Il racconto fotografico, invece, è ben altra cosa: è conoscenza profonda dei soggetti che si vuole "congelare", delle loro azioni e interazioni, delle tempistiche in cui avvengono, siano essi esseri animati, ambienti, paesaggi e scenografie. Ma, ancor prima di focalizzarsi sullo scatto, il "regista" del racconto deve rapportarsi con i suoi soggetti con assoluto rispetto, soprattutto evitando di diventare "elemento di disturbo" che inquinerebbe la realtà di quel momento. Il fotografo, se vuole riportare con assoluta fedeltà "quel" momento, deve comportarsi come l'antropologo, che osserva ma non interviene, e solo così potrà documentare senza "interpretazioni" ogni attimo, unico e irripetibile. È questa, secondo l'autore, titolare di centinaia di fotoreportage in ogni angolo del pianeta pubblicati da numerose riviste nazionali ed estere, la miglior "qualità" del fotografo che voglia "fermare" la realtà.
