Il volume prende le mosse da una riflessione intorno ai metodi da applicare alla lettura critica delle fonti relative alla storia dello spettacolo. I saggi coprono un arco cronologico che va dal medioevo al Seicento, e ne indagano i fenomeni rappresentativi più rilevanti: dal dramma della passione di Cristo ai rapporti tra la periferia e l'Impero all'epoca di Carlo V, alla definizione del teatro moderno attraverso il canone mediceo e la sua disseminazione nella Europa delle corti, con particolare riferimento a quella inglese degli Stuart. Ne scaturisce la vivida conferma di un'identità comune di lunga durata nella quale i meriti unificatori dello spettacolo sono tutt'altro che trascurabili.