Se si considera la personalità dell'autore e l'estroso argomento, Flatlandia potrebbe apparire come un capriccio letterario, rampollato semmai nell'otium accademico di un bonario erudito ottocentesco. Potrebbe essere definito un compiaciuto paignion, un esercizio virtuosistico animato dal "gusto minuto, miope, paziente dello svolgimento di un teorema".