Filippo Ghisolfi è un tipografo e calcografo milanese, la cui attività copre un arco temporale di 40 anni, dal 1629 al 1669. Fin dagli esordi la sua bottega svolge molti lavori su commissione. Ai suoi torchi ricorrono numerosi colleghi, compreso Giovanni Battista Bidelli. La produzione analizzata in questi annali è ampia: i titoli sono indicativi delle tendenze e dei gusti della società e possono fornire indizi per ricostruire il clima culturale del tempo. Libri di pregio si affiancano a prodotti correnti: ciò che conta è la disponibilità economica del committente. È un eccellente artigiano che, dietro pagamento, mette a disposizione capacità e strumenti propri. Una conferma della perizia tecnica è data dall'attività calcografica: è nella stampa delle incisioni che rivela le migliori capacità. Lo dimostrano le numerose dispute di tesi o conclusiones, impegnativi manifesti di circa un metro, composti da due o tre lastre, in cui venivano articolati il testo e la parte figurativa.