"E tu chi sei?". "Bent-el-Rhia... È il nome arabo di Pantelleria". "Cosa vuol dire?". "Bent-el-Rhia... Figlia del vento... Dicono tutti che è stato lui il vento, a condurmi qui: in quest'isola". L'incontro con quella giovane donna lo aveva profondamente segnato: era da tempo immemorabile che non si sentiva più così, che non provava più certe emozioni e, perché no?, certi sentimenti, fino ad allora riposti disordinatamente e dimenticati in un antro profondo della sua anima, accatastati come una massa informe senza più alcun significato, erosi e indistinguibili. Non sentiva più il bisogno di porsi dei quesiti su colei che asseriva di essere 'figlia del vento': ognuno di noi è alla fin fine quello che è o che vuole o che può essere. Perché continuarsi a negare pur di dare delle risposte senza che la vita stessa allo 'stato puro' ci chieda niente? Avere la fortuna di poter esistere, di esserci, è quanto basta per percorrere quell'imperfetto cammino interiore aperto alle realtà che ognuno vive e reputa più congeniali, alle quali ognuno si plasma con le modalità e le forme che ritiene più consone alla propria unicità e irripetibilità...