È possibile cambiare i propri gusti? Farsi piacere una persona, un quadro, un cibo, uno stile di vita che non amiamo o che ci lasciano indifferenti? E soprattutto: perché mai lo dovremmo fare? Piegare le proprie preferenze e i propri desideri sembra infatti un atto ipocrita e votato al fallimento, dato che i gusti paiono rispecchiare la nostra identità più profonda. Attraverso una riflessione che spazia dagli Stoici alle discussioni contemporanee sulla trasformazione del sé, dalle ricerche psicologiche ai dibattiti sull'estetica, Emanuele Arielli mostra che la capacità di manipolare volutamente le proprie preferenze è in realtà un impulso caratteristico della nostra epoca. Descrivendo alcune tipiche strategie di azione e di pensiero, egli fa vedere come saper sovvertire se stessi e costruire il gusto sia una capacità ambigua, ma anche una fondamentale manifestazione di autonomia individuale, un esercizio automanipolatorio che ci consente di esplorare nuove strade.