Un immaginario poeta-giornalista intervista un cantautore denominato Faber, soprannome dietro il quale non è difficile scorgere il riferimento a un notissimo folksinger genovese. Ecco il pretesto per raccontare l'Italia tra gli anni Quaranta e Novanta, mediante una colonna sonora ritmata dalle parole delle canzonette d'allora, tra allegre melodie e slogan impegnati. In questa nuova opera narrativa - la quarta dopo "Cinquanta. Secondo Novecento", "A Charlie Chân piace il jazz?", "Parigi a Vercelli" - Guido Michelone si spinge verso la prosa poetica, mescolando citazioni popolari e raffinati equilibri, con uno sguardo affettuoso al Gruppo 63 e alla Beat Generation.