Eugenio Montale non ebbe un rapporto facile e tanto meno felice con Roma. Il poeta genovese ha sviluppato la sua parabola umana e artistica essenzialmente a Firenze e a Milano. Roma resta sempre esterna, per non dire estranea, ai suoi spostamenti e ai suoi soggiorni, eppure lascia più tracce di quel che penseremmo nell'opera, più che nella vita, dell'autore degli Ossi di seppia.