L'Etruscometria, ha come primo obiettivo quello di dialogare a 360° con il mondo dell'archeologia al fine di superare l'anacronistico filtro dogmatico che si accompagna con tanta parte dell'etruscologia accademica. Per dirla come Preti: «gli Etruschi sono stati come "incastrati", confinati in un'aura di mistero, in un tunnel senza via d'uscita, perché non di irrisolvibili misteri si tratta, bensì di diversità legate alla complessità dei caratteri culturali di quel popolo». Del resto, a dimostrazione dell'assunto, lo studioso ha concepito la ricerca sugli Etruschi partendo dalle antiche civiltà mesopotamico-anatoliche ed egiziane, minoico-cretesi e micenee nell'Egeo pre-greco. Gli studi di Preti sono a dir poco sbalorditivi per la profondità dei temi trattati e l'ampiezza dell'orizzonte geografico e, soprattutto, per gli strabilianti risultati raggiunti elaborando una metodologia che si è andata via via perfezionando in un ventennio di indagini sulla struttura matematica (da lui evocata come "matematica delle origini") del Progetto Antico. L'autore lo fa attraverso un metodo di analisi logico-deduttivo, avallato scientificamente da decine e decine di verifiche sul campo.