È possibile parlare di "estetica" senza che il riferimento al mondo dell'arte nella sua concretezza costituisca il nucleo indispensabile di quel dire? Se non appare più sostenibile la tesi secondo cui l'estetica debba risolversi nella filosofia dell'arte, tornando a un passato che è ormai in gran parte superato, non è nemmeno percorribile oltre il cammino che, da circa mezzo secolo, ha inteso sostituire il dialogo tra arte e pensiero con la mera storia del pensiero estetico o con il concetto astratto di opera d'arte. Il volume propone un percorso ermeneutico alternativo che si confronta con la storia dell'estetica e al tempo stesso con l'ascesa del metodo comparativo in letteratura (un ambito caratterizzante eppure non sempre al centro dell'interesse estetico), prendendo in esame, tra l'altro, l'opera di Johann Jakob Bachofen e quella di Joseph Conrad. La relazione tra estetica e comparatistica, a ben vedere, non è solo un esito ermeneutico ma premessa che sostiene l'intero percorso: l'atto del comparare è intrinsecamente umano, riguarda il senso estetico proprio dell'uomo in quanto essere originariamente comparante, che sente il mondo e nel sentirlo ne accosta spontaneamente le manifestazioni.