In Malaparte vi è la precisa volontà di costruire un effetto di choc che colpisca con violenza la coscienza dei lettori e li costringa a riflettere su eventi sconvolgenti e inaccettabili. Questi eventi, però, gli appaiono essenziali ai fini della rinascita di quella soggettività europea che lui considera ormai decaduta, «marcia». Viaggiando e scoprendo paesi lontani scorge un mondo degradato, la cifra stessa del tramonto di quell'Europa e di quella provincia italiana in cui si era formato e a cui era fino ad allora rimasto legato. La morte e le aberrazioni che ritrova dappertutto e, in special modo, nella Napoli del dopoguerra, vera capitale internazionale della prostituzione fisica e morale di uomini e donne, costituiscono la forma esemplare di quel tramonto, la dimensione dell'esistenza umana più orribile da accettare e da riprodurre narrativamente.