Se la poesia è davvero ciò che resta della lingua dopo che ne sono state disattivate una a una le normali funzioni comunicative e informative, se essa è quella parte del nostro codice espressivo e della nostra vita che si riesce a salvare dalla rovina, allora è da lì che dobbiamo ripartire per ritrovare il filo in una contemporaneità che rischia di essere ammutolita da un'incontrollabile ipertrofia verbale. "Foglie figli fogli" gira intorno alle parole poetiche, e ad esse si abbondona con fiducia, per ridare forza e memoria a una lingua che sembra non avere più nulla da dire e che, tuttavia, ostinatamente resta e resiste. Un atto di resistenza dunque che si vuole ripetere e rinnovare per ogni stagione dell'anno, con l'intento di iniziare una narrazione che possa essere insieme origine, sedimentazione, fonte di senso, cornice di valori e traccia da proseguire.