Comunque la si realizzi e la si incarni, l'istanza della fenomenologia porta con sé una aspirazione descrittiva e una esigenza di rigore che non cessano di testimoniare la loro fecondità filosofica: essa sollecita a non staccarsi da quella fonte originaria che è il momento vivente della nostra esperienza, in cui si delineano evidenze e rivelazioni di senso, e a non abbandonarsi a più o meno manifesti irrazionalismi. I saggi qui pubblicati intendono pertanto delineare la fenomenologia husserliana come una filosofia dell'esperienza e come una radicale interrogazione delle condizioni di manifestatività. È in questa veste che essa può offrire oggi alla razionalità filosofica la possibilità di mantenersi all'altezza della sua ambizione. Ognuno dei tre capitoli, dalla sua angolatura, concorre a promuovere una interpretazione in senso non soggettivistico della fenomenologia, rimarcando che l'interesse per la sfera dell'esperienza e per la trama di correlazioni tra soggetto e mondo in cui essa si organizza non intende mettere tra parentesi il mondo per fare posto al soggetto, ma - al contrario - riguadagnare il mondo nella sua autentica concretezza. In tal senso la fenomenologia può forse offrire un utile contributo anche alla discussione in atto riguardo a ciò che chiamiamo "realtà".