Ho vissuto e vivo di eredità eretiche. La devianza esistenziale mi appartiene sempre di più: ho la notte davanti a me, dentro di me. La notte scivola su queste pagine bianche, il loro silenzio mi trascina fuori dalla vita, da questa vita. Solo il fuori della vita sa riconciliarmi con la morte. «Nel tempo della notte del mondo» una scrittura eretica e intermittente indaga tutte le forme della "vita offesa" proprie del mostruoso contemporaneo: marginalità, nichilismo, dissidenza, sconfitta di Dio, ricerca di un altrove irraggiungibile diventano materia di un percorso biografico intimo e lacerato. Non resta - di fronte alle ingiurie delle "passioni tristi" - che consegnarsi all'erranza interiore quale unica certezza sopravvissuta al disastro del quotidiano. Non resta che affidarsi al refrattario e al respingente per mettere a nudo le ferite di una coscienza devastata dal nulla.