L'Eracle (416 ca. a. C.) è una strabiliante tragedia di rara intensità drammaturgica, scandita da clamorosi colpi di scena. Risalito contro ogni speranza dall'Ade, il protagonista dapprima libera i propri famigliari dalla morte minacciata dal tiranno Lico, ma poi, impazzito ad opera di Lissa per volontà di Era, uccide egli stesso la moglie Megara e i tre figlioletti, finché viene tramortito dall'intervento di Atena. Rinsavito, sperimenta fortissimamente la tentazione del suicidio, ma poi l'induce a rinunciarvi il risolutivo soccorso di Teseo, pronto ad ospitarlo esule ad Atene. Contro l'indifferenza dimostratagli dal padre 'divino' Zeus e l'inesorabile persecuzione mossagli da Era, l'eroe dorico - ormai ridotto alla semplice dimensione di uomo terribilmente straziato - recupera positivi valori nell'affetto confermato del padre 'umano' Anfitrio ne e soprattutto nell'amicizia riconocente dell'ateniese Teseo, palesemente connotata di risvolti politici.