Il testo affronta il tema drammatico del figlicidio, quell'atto apparentemente incomprensibile e irrazionale che talvolta i genitori compiono, e lo analizza partendo dai vissuti emotivi. Come possono le emozioni distruttive prendere il sopravvento sul legame più stretto che unisce gli esseri umani? Come può una madre o un padre giungere ad uccidere un figlio? La storia è piena di atti di violenza perpetrati contro i più piccoli che, pur non avendo alcuna colpa, diventano il bersaglio di condotte che difficilmente trovano una spiegazione nel mondo gestito dalla ragione. Neonaticidio, infanticidio, figlicidio, family mass murder, sono alcune delle varianti di un unico meccanismo che trasforma un'emozione positiva in una distruttiva e incontrollabile. Partendo dalle radici storico-ambientali, passando per i territori ambigui e tortuosi della personalità criminale, vengono analizzate le complesse dinamiche connesse al figlicidio: la violenza intrafamiliare, le sindromi, le dinamiche e le motivazioni legate alle manifestazioni violente. Dalle forme di maltrattamento che assumono aspetti da "patologia sindromica", nelle quali sono già presenti evoluzioni di storie familiari al limite della psicopatologia, si giunge allo studio delle varie tipologie di condotte figlicide con un'attenzione particolare alle dinamiche psico-comportamentali post-delitto, per concludere con alcuni significativi casi di cronaca nazionale e internazionale.