Se ci basiamo sull'osservazione dello stesso Emil Cioran, che sostiene di aver sempre ribadito le medesime ossessioni esposte nel suo primo libro, è indubbio che la nozione di «irreparabile» sia al centro della riflessione del pensatore rumeno. Concepito come comune denominatore delle diverse sfaccettature del suo esilio - temporale, spaziale, linguistico -, l'Irreparabile è la chiave di lettura più adatta alla decrittazione dell'estetica cioraniana, un'estetica non normativa che si basa sulla continua antinomia tra storia e destino, tra tempo ed eternità, tra vita e opera.