Il tema della partecipazione - degli educatori, dei bambini e delle famiglie - all'interno delle istituzioni rivolte all'infanzia rappresenta un argomento particolarmente complesso in un momento storico in cui la solitudine e l'individualismo minano quell'I care, principio di fondo propugnato in altre stagioni, che va salvaguardato nell'attualità. Eppure, in forme nuove, il bisogno di appartenere, di costruire un senso di comunità e di condivisione democratica che si proietti oltre gli stereotipati modi d'interagire all'interno delle istituzioni, sembra presente anche in quest'era post-pandemica, e ciò interpella il mondo dei servizi e delle scuole 0-6 affinché si attrezzino sempre più e meglio per sostenere questa tensione e offrirle un alveo tanto politico quanto pedagogico per esprimersi e manifestarsi in senso compiuto e non estemporaneo. Questo volume, realizzato a partire da un seminario internazionale, è il primo di una quadrilogia dedicata al tema della partecipazione all'interno delle istituzioni educative rivolte all'infanzia, che in questa sede viene approfondito dal punto di vista della dimensione storico-politica, per analizzare le traiettorie assunte dal costrutto della partecipazione nella storia delle istituzioni scolastiche e, più in generale, nella storia dell'educazione. Al centro delle riflessioni vi è il valore della democrazia come fine intenzionale dell'educazione, che necessita, quindi, di comunità sociali in grado di tradurre la partecipazione in pratiche intenzionali. Il volume si rivolge a tutti gli attori diversamente impegnati in contesti formativi, formali e informali - educatori, insegnanti, studenti, decisori politici - che intendono fare del bambino e della bambina i veri protagonisti di processi di cittadinanza attiva e "creativa", contribuendo a promuovere nella prima età livelli più consapevoli di responsabilità decisionale.