La rifondazione del diritto internazionale dopo il secondo conflitto mondiale viene di solito presentata come un progetto tendenzialmente unitario a livello planetario, costruito attorno all'Organizzazione delle Nazioni Unite, edificio mirabile e poderoso, almeno nelle sue aspirazioni. I cinquant'anni finali del secondo millennio sono invece stati per il diritto internazionale un periodo ben più complesso, avviato su percorsi spesso autonomi rispetto alla logica universalistica e globalizzante dell'ONU ed anche a volte diversi da un'area geografica all'altra. Questo breve scritto ricostruisce a grandi tratti l'evoluzione di quei cinquant'anni e affaccia l'ipotesi che alcune peculiarità delle relazioni tra gli Stati europei possano meglio comprendersi a partire dall'idea che l'Europa abbia custodito attraverso gli ultimi due secoli l'eredità di un diritto internazionale europeo, prepotentemente riemerso proprio alla fine del secondo millennio. Una riflessione attuale e utile a quasi settant'anni dalla Dichiarazione Schumann e dall'apertura alla firma della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.