Il libro è un tentativo di risposta a due questioni: la prima riguarda le ragioni della profonda crisi dei processi "simbolici" rintracciabile nelle forme contemporanee di vita umana; la seconda è relativa alle altrettanto profonde trasformazioni nelle sperimentazioni artistiche che si sono imposte a partire dalla seconda metà del Novecento. Il volume cerca innanzitutto di mostrare come gli ambienti mediali della fotografia, del cinema, della televisione e del computer abbiamo accelerato e radicalizzato la crisi del simbolico, ciascuno condizionando specifiche modifiche destrutturanti sia negli assetti sociali sia negli assetti psichici degli individui, ciascuno ri-mediandosi e ibridandosi con gli altri in modalità complesse. In secondo luogo, il libro sostiene che le trasformazioni in senso non-simbolico delle pratiche artistiche tardo novecentesche non sono solo il riflesso del composito "processamento" non-simbolico al quale sono state sottoposte le forme di vita contemporanee, ma contengono anche una risposta artistico-culturale, in buona parte ancora da portare alla luce, alla crisi dei mondi simbolici.