"Un percorso interiore lungo decenni, dal 1976 al 2002, alla fine del quale «ritrovarsi per riconoscersi»: questo è "E l'alma si spaurì". Lungo questo duro cammino Marco Pavone è riuscito a mettere a nudo i suoi sentimenti più intimi e profondi, le cicatrici della sua anima, le sue paure e debolezze. Poesia dopo poesia, in un tempo percepito come divoratore di vita, viviamo attraverso i versi dell'autore le pene d'amore, la paura del futuro, la fatica di vivere lontano dai propri affetti più cari e dalla propria città natale, la nostalgia per i luoghi in cui ha vissuto ma che ha poi dovuto lasciare, il conflitto tra il bisogno di affetto e il bisogno di solitudine, il senso di inadeguatezza nel vivere e nell'amare".