Uno sguardo critico attento alla "ragione retorica" permette sia di intendere in modi più congrui la prosa "ingegnosa" di Vico - volta a indagare le origini storiche delle civiltà umane, ma anche una vicenda autobiografica segnata da avversità, invidie e confutazioni - sia di cogliere peculiari passaggi della sua lezione nello stile di pensiero degli illuministi meridionali. Per esempio nella scrittura del "galileiano" Antonio Genovesi, attraversata dal tema delle opposizioni malevole, nonché da quei miti già riproposti dall'autore della "Scienza nuova" e piegati dall'illuminista a configurare la storia di una "civiltà meridiana": i cui luoghi mostravano bensì i segni di passate grandezze e prosperità, ma per lo più i volti di una arretratezza e "barbarie" drammaticamente in atto. Del resto, l'incidenza di Vico può riconoscersi pure nelle pieghe di uno stile di pensiero ancor più fortemente oppositivo, ovvero nell'ampio trattato di Gaetano Filangieri, "La scienza della legislazione", di rigorosa architettura geometrica, la cui retorica - nel mentre andava rivisitando l'universo di simboli e di antiche credenze - aspirava a promuovere un progetto di radicale trasformazione della società di Antico Regime.