Nella malattia mentale: come medico, come paziente. Protagonista è un neuropsichiatra che a contatto con la malattia mentale si sdoppia in un duplice ruolo di curante e paziente. Man mano che emergono i suoi ricordi, il lettore viene trascinato nei meandri della follia, unico vero filo conduttore delle vicende. Una follia che lo porta, persona dall'indole spiccatamente filosofica, solitaria e con difficoltà a legarsi agli altri, a essere ossessionato dalla vanità del reale: l'impossibilità di trovare un senso alla propria esistenza lo fa precipitare in una depressione che si manifesta ora in deliri di onnipotenza, ora in resoconti esistenziali conditi da un sentimento di totale nullità. Giuseppe Alberti conduce il lettore in un tormentato viaggio nella memoria e soprattutto nella psicosi, non descritta ma letta e ricostruita dall'interno. Una tragica fuga dalla realtà tra fantasia e testimonianza, raccontata con sorprendente lucidità in ogni sfumatura, anche la più cruda.