"Dove tutto è accaduto" raccoglie parte degli articoli pubblicati da Javier Marías negli ultimi anni in riviste come "Nosferatu" e "Nickel Odeon" o sulle pagine di "El Semanal" e di "El Pais"; articoli che sono in primo luogo l'omaggio al cinema di chi arriva ad affermare che la sua infanzia "si lega al cinema quasi più che ad ogni altra cosa"; l'omaggio, dunque, di un grande appassionato, ma insieme di uno scrittore le cui opere sono ricche di riferimenti a scene e protagonisti della settima arte, come ben sanno i lettori dei suoi romanzi. Marías parla qui di cinema a tutto campo, dai suoi film preferiti, agli attori, ai registi, ai musicisti; e non ne parla da 'critico cinematografico', non è questo il suo scopo né il suo ruolo: ne parla da spettatore attento e coinvolto, e da scrittore che vede nel cinema anche il miracolo della perfetta verosimiglianza artistica. Da Jean Renoir a John Ford, da Orson Welles a Mankiewicz, da Billy Wilder a John Huston, questi articoli non sono dunque una semplice carrellata all'interno della più popolare fra le arti contemporanee; come del resto sempre in Marías, ogni soggetto, ogni tema affrontato, si allarga a numerosi altri; e questi articoli sul cinema divengono così anche esemplari articoli di costume, riflessioni caustiche e ironiche su vizi e vezzi dei nostri giorni.