«Fantastica umanità: agli infelici non è negato il piacere; a chi ha un dolore non è negata la felicità.» Con queste parole Gian Mario Villalta approfondisce il solco che il libro traccia fin dal primo verso: l'appartenenza dell'essere umano alla terra, e quindi la sua «fantastica» imperfezione, che però genera anche la sua gloria. Siamo tutti - cioè tutta la vita del pianeta - nella stessa casa, reciprocamente ospiti; e non ignari della violenza che le metamorfosi della natura, alla quale apparteniamo, comportano. Ma se tutti i viventi comunicano, solo l'uomo parla; e nella parola il tempo ha la sua vera dimora. Lo sa il bambino che siamo stati e che abbiamo abbandonato crescendo, lo sa l'adolescente che eravamo quando ci siamo innamorati e abbiamo visto il fondo più abrasivo della nostra solitudine, lo sa il giovane che ci ha insegnato il suo primo errore quando credevamo già di conoscere noi stessi. Tutti loro sono in viaggio con noi, contemporaneamente, con tutto il tempo che abbiamo ereditato e che ci ha portato fin qui dove siamo. Tutti i noi stessi che siamo stati e che ci aspettano a ogni incrocio della vita. Poesia colta, densa, originalissima, quella di Gian Mario Villalta è certamente tra le acquisizioni di maggior rilievo della nostra letteratura e "Dove sono gli anni" stabilisce una tappa cruciale e memorabile della sua traiettoria d'autore.