''Dostoevskij non è semplicemente uno scrittore, sia pur grande, egli è un profeta. Per lui mi ha parlato Dio. L'ho riconosciuto nel tormento di Raskol'nikov dopo il delitto; nella pietà e nella forza di Sonja. Mi ha disturbato ne L'idiota la fi gura del principe perché mi sembrava voler sostituire il Cristo; ma l'ho amato nell'umiltà e nella dolcezza di Sonja de L'adolescente, nella luminosa bellezza di Makar, l'ho sentito presente nell'umiltà di Tichon ma anche nell'orrore della morte di Kirillov e nella condanna di Stavrògin, fi nalmente l'ho veduto nello staretz Zosima e in Aljòsa. Sempre Dio era presente. La sua presenza dava un senso agli avvenimenti, dava un nome a ogni uomo'.' (Divo Barsotti)