Nel corso di una bizzarra confessione, Dora racconta la sua vita, pesantemente condizionata da una cultura che non le ha fornito gli strumenti per districarsi tra misteri, passioni, falsi e veri amori, in un ambiente intriso di omertà e pensiero mafioso. di Lia Dieli In "Dora. Una donna siciliana" l'autrice ci introduce alla conoscenza dell'anima complessa e tormentata di una figura femminile che, mediante una bizzarra confessione, come un fiume in piena ripercorre le principali vicissitudini che drammaticamente si sono susseguite nel corso della sua vita, pesantemente condizionata da una cultura tipicamente mediterranea che, in una terra amara come la Sicilia, non le ha fornito gli strumenti per districarsi tra misteri, passioni, falsi e veri amori. Dopo un'infanzia spensierata e un'adolescenza tranquilla e agiata, Dora si ritrova a dover fare i conti con la solitudine e la povertà, e a scontrarsi con un mondo duro, sporco, malvagio, in un contesto sociale schiavo del dogma del silenzio e intriso di pensiero mafioso e corrotto, dal quale non le sarà facile allontanarsi, se non con grandi perdite e sacrifici. Varie sono le figure femminili e maschili che come un vortice, girano intorno alla la vita di Dora, sempre incerta, indecisa, tormentata e raramente felice. La narrazione procede spedita e vivace, impreziosita dalle credenze popolari e dall'uso sporadico della lingua siciliana.