Un libro scritto a più mani, per guardarsi dentro e guardare dentro il proprio tempo, dentro una contemporaneità sconvolta e riscritta dalla pandemia. In "Doppio passo" la scrittura si fa strumento per mettere a nudo fragilità, ma anche per scoprire punti di forza, per intrecciare il proprio intimo sentire alla realtà esterna e sondarne le pieghe più nascoste. Un doppio sguardo, una doppia voce, un doppio passo, in una scrittura che diventa essa stessa danza, ritmo, sinfonia. Pensieri di Diana Bosnjak Monai e nota critica di Filippo La Porta.