L'intervento sul paziente complesso, in particolare le cosiddette "doppie diagnosi", segue - ormai da anni - una strategia onnicomprensiva, multimodale ed integrata che tende ad associare, inevitabilmente, tecniche di trattamento specialistico alle fasi di residenzialità, nonché progetti specificatamente dedicati alle famiglie ed alla fase di rientro. Tali strategie - che si basano su modelli inclusivi ed intensivi - hanno destato crescente interesse nell'ambito delle comunità terapeutiche che offrono, da sempre, una progettualità clinica "ad ampio spettro" finalizzata soprattutto a garantire la continuità dell'intervento e a incentivare la compliance di pazienti che soffrono di disturbi mentali gravi, in primis i disturbi di personalità, che per definizione sono multiproblematici e la cui complessità si declina in ambiti quali la gestione dell'impulsività, l'autolesività, il discontrollo nell'assunzione contemporanea di farmaci e sostanze, i comportamenti "a rischio", la conflittualità familiare a partire da alti livelli di emotività espressa, nonché la sempre più frequente marginalizzazione sociale. Viene qui presentata l'esperienza della Comunità terapeutica Emmaus, una delle prime comunità terapeutiche italiane il cui progetto ha coinvolto fin dall'inizio operatori provenienti dai più diversi contesti del Servizio pubblico (DSM, SerT, Università) e del Privato sociale (Associazione "La ricerca" ONLUS rete Fict Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche).