Don Giulio Gabanelli aveva una visione del mondo ispirata al Vangelo, sostenuta dalla fede e da un profondo umanesimo. Concordi le testimonianze della sua semplicità, generosità, attenzione verso chi bussava alla sua porta, fossero poveri o bisognosi di consigli, di aiuti spirituali o di carattere culturale. Seppe dar vita a grandi progetti sociali innervati della sua passione per la storia, l'arte e l'artigianato, l'archeologia e la paleontologia, oltre che per la poesia. Basti dire che, dopo le 20 pagine finali di biografia (nato a Fonteno nel 1922, quinto di dodici fratelli di cui anche il primogenito sacerdote), ne seguono ben 50 di bibliografia. Una persona grande, scrive don Angelo Vigani, il parroco suo successore a Zogno, un sacerdote grande, con il quale, a un anno dalla sua salita al cielo, è bello riprendere il discorso, far memoria della incisiva presenza sua nei cuori degli zognesi e di tutta la Valle Brembana, mettendo nero su bianco le cose importanti lasciate da don Giulio nei suoi cinquant'anni di vita a Zogno, dove fu parroco dal 1969, dopo essere stato coadiutore a Castione e a Calolziocorte. Non multa sed multum, scrive l'attuale parroco don Mauro Bassanelli, citando Quintiliano: non molte cose, ma molto bene, per dire che la perfezione non sta nel verbo "fare", ma nell'avverbio "bene". Per don Giulio molte sono le cose fatte e fatte bene. La raccolta di alcune in questo libro, può ricordarci che qualcuno è capace di fare molte cose e di farle bene.