In una periferia in cui piove sempre, in cui i detriti e la sporcizia riempiono il paesaggio, in cui si muovono vite disperate e stanche, si aggira l'Esattrice. Non ha nome, ma ha un compito: prendere quello che spetta a Nunzio, il boss della zona. Suo padre era Esattore prima di lei, sua figlia Catia lo diventerà dopo. Cane, uno dei tossici che frequentano il quartiere, cerca di ribellarsi, ma nel tentativo di divincolarsi dalla presa dell'Esattrice, la uccide. È l'inizio di una fuga disperata e senza fiato, che si snoda tra pozzanghere, fognature, edifici abbandonati e personaggi ambigui e quasi onirici: alle sue calcagna, lo spietato e sfigurato sicario Serse. In una suburra che sembra Roma ma ha tratti di universalità, Andrea Esposito ambienta una favola nera di sopraffazione e violenza, che ricorda Dogman per la cruda descrizione della disperazione e dei soprusi.