La superstizione è una caratteristica fondamentale dell'indole dei napoletani, è un'icona della tradizione popolare napoletana, al pari della pizza, del ragù e dell'arte dell'arrangiarsi. Anche a chi si professa totalmente libero da tali credenze medievali, sarà capitato di toccare ferro per scongiurare un presagio sinistro o di cambiare strada se i propri passi sono stati incrociati da un gatto nero. Per non parlare del frequente gesto apotropaico delle corna o l'immancabile allisciatina al cornetto rosso o, in mancanza di questo, alle parti anatomiche basse. Così, in ogni ora della giornata, si compiono inconsapevolmente diversi gesti scaramantici contrari ad ogni logica del pensiero. Diceva Eduardo De Filippo "Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male", cui faceva eco il fratello Peppino con l'apparente paradosso "Non è vero ma ci credo".