In preda alla nostalgia del '900, l'autore va a scovare quei titani della Storia del XX Secolo che hanno sconvolto con cambiamenti epocali e roboanti l'umanità, o hanno suscitato morboso interesse, lasciandosi dietro una scia indelebile di clamore e scandalo nella vita terrena. Personaggi spesso controversi ed odiosi, ma mai noiosi. Immedesimandosi il più possibile in loro, come imitatore o ritrattista o attore, si inoltra nelle singole personalità, nel pensiero, ai confini della verosimiglianza identitaria, fino alla emulazione dell'imitato. Ciascun colloquio trova nell'interrogante lo spirito irriverente dell'investigatore che scruta l'animo del dannato di turno senza sconti, con licenziosità scanzonata, in maniera insolente e quasi eversiva. Il contraddittorio dialogico tra Dante e i suoi nuovi interlocutori del '900, condito spesso di satira sferzante, attribuisce all'opera un esilarante impasto umoristico, nella consapevolezza che la nostra comparsa terrena è solo un ponte e che l'unica vera morte è in fin dei conti, l'oblìo.