"Il Discours de la licorne" del medico francese Ambroise Paré, sullo sfondo di un più generale processo di revisione delle conoscenze scientifiche dell'antichità che attraversò tutto il XVI secolo, è la narrazione dello svelamento di una secolare impostura: quella che - abilmente alimentata da ciarlatani senza scrupoli - accreditava le proprietà terapeutiche e, in particolare, antivenefiche del corno di liocorno. Una creatura di là del possibile che, frutto di un'ossimorica sintesi tra razionalità e fantasia, natura e cultura, dolcezza e ferocia, ha popolato per secoli il nostro immaginario trovando nelle diverse mitologie il suo habitat naturale. Un misterioso animale che, seppur invisibile e intangibile nella sua natura fisica, era tuttavia ritenuto assolutamente esistente, anche sulla scorta delle testimonianze di splendidi alicorni - i preziosi corni assiali dell'ineffabile creatura - che, gelosamente conservati nei gabinetti segreti di farmacie e laboratori alchemici, nelle wunderkammer dei principi e nei tesori di chiese e abbazie, fungevano, con incredibile coup de théâtre e perturbante concretezza, da misterioso passepartout tra reale e immaginario.