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papini giovanni - contro roma e contro benedetto croce

CONTRO ROMA E CONTRO BENEDETTO CROCE




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Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:

Elliot

Pubblicazione: 03/2015





Trama

La sera del 21 febbraio del 1913, su invito di Marinetti, Giovanni Papini salì sul palco del Teatro Costanzi di Roma per leggere in pubblico il suo Contro Roma (il cui titolo completo era Contro Roma e contro Benedetto Croce). Il testo era composto da tre parti: la prima contro la capitale - che riuniva il suo pensiero espresso nella rivista "Critica e azione" nel febbraio del 1908 e gli articoli scritti per la "Voce" tra il 1908 e il 1909; la seconda contro i "cristianucci" - una rielaborazione degli articoli apparsi su "Leonardo" e le considerazioni contenute nelle "Memorie d'Iddio" (1911) e nell'"Altra metà" (1912); l'ultima contro Benedetto Croce. Tra le grida e le proteste del pubblico, Papini espose fino alla fine il suo atto d'accusa contro "L'urbe di tutte le rettoriche", "brigantesca e saccheggiatrice", una città povera d'ingegno e capacità artistiche, nella quale la presenza della sede papale e delle accademie osteggiava ogni fermento originale e innovativo. Un documento d'importanza storica e sociale, un attacco alla casta dell'epoca, che i problemi e le polemiche dell'oggi rendono estremamente attuale.




Note Editore

nel febbraio del 1923 marinetti invitò l'amico e collega giovanni papini a recarsi al teatro costanzi per leggere in pubblico il suo Discorso contro Roma e contro Benedetto Croce. il testo era composto di tre parti: la prima contro roma – che riuniva il suo pensiero già espresso negli articoli pubblicati da «leonardo» e dalla «voce» tra il 1905 e il 1908 –, la seconda contro i "cristianucci" – dalla rielaborazione degli articoli apparsi su «il resto del carlino » (1910) e la «voce» (1913) – e l'ultima contro benedetto croce, da lui osteggiato fin dall'inizio della propria carriera. tra le grida del pubblico, papini espose fino alla fine il suo atto d'accusa contro una capitale povera d'ingegno e capacità artistiche, espressione di una cultura storica antiquata e retriva, sede privilegiata e unica del papismo e delle accademie, tesi a osteggiare ogni fermento originale e innovativo. Un attacco ribelle alla casta dell'epoca, un documento di significativa importanza storica e sociale.




Prefazione

«Sospetto che papini sia stato immeritatamente dimenticato» Jorge Luis Borges




Autore

Giovanni Papini (1881-1956) studioso fiorentino di filosofia e di religione, critico e polemista, narratore e poeta, la costante della sua personalità è data dall'attivismo, dal volontarismo. Papini fu parte viva e ispirata del futurismo, che ai primi del Novecento promosse da firenze lo svecchiamento della cultura e della vita italiana. tra i fondatori delle riviste «Leonardo» (1903) e «Lacerba» (1913), concepì la letteratura come "azione" e diede ai suoi scritti un tono oratorio e dissacrante. tra le opere più note si ricordano: l'autobiografia Un uomo finito, il saggio stroncature, le prose liriche Giorni di festa (1918).










Altre Informazioni

ISBN:

9788861928435

Condizione: Nuovo
Collana: MAESTRI
Formato: Brossura
Pagine Arabe: 41


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