Il volume contiene i discorsi, in materia di rapporti tra Stato e Chiesa, pronunciati dal Conte di Cavour nel Parlamento subalpino e in quello italiano. Nell'Aula prima della Camera e poi del Senato, nel 1861, lo statista, attraverso la celebre formula "Libera Chiesa in libero Stato", affermò l'idea della separazione tra il potere temporale e quello religioso a tutela di un'autentica libertà religiosa e di una laicità liberale rispettosa di ogni fede. Nel contempo indicò in Roma la capitale del nuovo Regno d'Italia. La sua posizione laica (che non va confusa con il laicismo massonico ed anticlericale) non ha trovato finora un'adeguata attenzione da parte degli storici cavouriani. Questo libro colma quindi un vuoto abbastanza incomprensibile. Viene inoltre pubblicato il testo delle Leggi delle Guarentigie del 1871 poste dal Regno d'Italia a tutela della più ampia libertà del Romano Pontefice. Nel libro si ritrovano anche le voci di Pier Carlo Boggio, Marco Minghetti, Francesco Ruffini e Giovanni Giolitti. In appendice viene riportato il discorso di Benedetto Croce (e la risposta di Benito Mussolini) contro il Concordato del 1929 che chiude l'epoca del separatismo cavouriano.