I disability studies (DS), sviluppatisi negli ultimi quarant'anni in ambito prevalentemente angloamericano e nord europeo, si presentano come un orizzonte di studio e di ricerca differenziato, ma che interroga il modello medico-individuale come unico fondamento delle concettualizzazioni relative al deficit e alle disabilità. I DS sostengono un approccio critico al linguaggio normativo e sociale del deficit; l'esame delle pratiche istituzionali e sociali che causano l'esclusione; l'analisi delle barriere all'apprendimento e alla partecipazione di tutti, assieme allo studio dei processi di disabilitazione che ne conseguono; il perseguimento dell'emancipazione e dell'autodeterminazione di chi vive quotidianamente la condizione disabile. Fatte salve poche eccezioni, in Italia la produzione teorica dei DS non ha trovato molto spazio. Questo volume vuole proporre una lettura critica di una rappresentazione che riduce le differenze a semplici categorie, che identifica la disabilità come tragedia personale e deficit da compensare, che neutralizza il peso dei fattori sociali, politici, culturali ed economici nella produzione delle differenze ritenute deficitarie.