Chiamare in causa il diritto romano e metterlo a contatto con la dimensione economica ha un valore innanzitutto metodologico e sollecita una serie di questioni: in che modo la nascita moderna della teoria economica ha influito sulla storia degli studi giuridici (e reciprocamente, quanto la lettura del Corpus Iuris Civilis ha influito sull'elaborazione moderna di concetti economici)? Le fonti giuridiche romane possono essere utilizzate come documenti di fatti economici? I giuristi romani applicavano valutazioni economiche nel risolvere i casi o invece si facevano guidare da valori qualitativi e non quantitativi? Può anzi il diritto essere considerato una tecnica di governo che, nel mondo antico, prende il posto occupato, oggi, dall'analisi economica? Sono le domande affrontate da questo volume, frutto dell'undicesima edizione del Collegio dei diritti Antichi CEDANT, attraverso ventuno interventi, di docenti e allievi, storici del diritto e dell'economia: la novità di questo esperimento sta nel porre in modo chiaro le domande, per permettere un confronto approfondito. Interventi in lingua italiana, inglese, francese, tedesca e spagnola.