Le Leggi di Platone, negli ultimi dieci anni, hanno guadagnato crescente interesse. La presente seconda edizione, rivista, aggiornata, ampliata di un mio precedente lavoro dedicato all'ultima opera di Platone prende le mosse dalla riconsiderazione, alla luce sia della recente e significativa bibliografia nel frattempo maturata, sia di studi da me condotti, di alcune delle tesi che avevo già avanzato. Le Leggi, lungi dal rappresentare la "ritrattazione" della Repubblica, sul piano della filosofia politica, ne costituiscono piuttosto il coerente ripensamento, conseguente alla messa in questione della teoria delle idee, cui si sostituiscono i "principi" - nelle Leggi, per la prima volta nel pensiero filosofico occidentale, «assiomi». Ciò che permane, allora, quale tratto fondativo non solo della filosofia politica di Platone nella sua interezza, ma della tradizione filosofico-politica di ispirazione platonica, non è la «ideo-crazia», ma la "scoperta" e valorizzazione dell'elemento agenziale - la psyche - quale centro della vita etica e politica dell'uomo. Su questa base si può dunque aprire un rinnovato confronto con il "Platone politico" valorizzando quest'ultimo elemento, anche in chiave di filosofia del dissenso (Patocka), anziché indulgere storicisticamente - come Popper e Arendt - sulla problematica degli istituti politologici proposti da Platone.