Se fino allo tsunami del COVID-19 vi era chi proponeva di rileggere la Quarta Rivoluzione Industriale come «la fase di golden age della rivoluzione tecnologica», oggi è certamente possibile affermare che a tale fase di maturità si sia forzatamente giunti. La tecnologia ha, definitivamente, radicato il suo impatto pervasivo su tutti gli aspetti della nostra vita e, fra questi, il diritto ed i rapporti, umani, commerciali e sociali che il diritto è chiamato a regolare per non esserne travolto. L'inesorabile direzione tracciata dallo sviluppo tecnologico, infatti, solleva quesiti nuovi cui risulta sempre più difficile offrire risposte soddisfacenti, tanto sotto il profilo della regolamentazione, quanto di interpretazione dell'esistente sulla base dei consolidati canoni ermeneutici. Senza la pretesa della completezza, l'Opera si propone di analizzare i rapporti fra tecnologia e diritto nelle sue principali aree di contatto: dai sistemi di regolazione adottati nella circolazione delle criptovalute, agli smart contract, dal cowdfounding allo smart working, dal dibattito sulle autonomous entities sino ai possibili impatti dell'intelligenza artificiale sul diritto penale, approfondendo i rapporti fra tecnologia e diritto, nelle sue sfaccettature civili, commerciali, laburistiche e penali.