La guerra è sofferenza e distruzione. Ricondotto alla cruda nudità del del suo maleficio, il fatto bellico è rigettato da ogni razionalismo, condannato da ogni coscienza. Nonostante ciò, il conflitto si nutre di visioni, discorsi, narrazioni che in qualche modo forzano la nostra consapevolezza, coscienza e cultura, e spingono a costruire ragioni di guerra, a preparare il prossimo campo di battaglia. Il libro si interroga sulle plurime transazioni tra la parola e la violenza organizzata, sul ruolo della comunicazione nella genesi, nello sviluppo, e nella conclusione dei conflitti armati. Una comunicazione pervasiva: tanto nei mezzi che usa - tra vecchi media, come la stampa, la radio, la televisione, e nuovi media, come Internet e il cellulare - quanto nei linguaggi, negli stili, nei generi che riesce a mobilitare. Con saggi e contributi di: Claudio Bernardi, Giuseppe A. Di Marco, Claudio Cerreti, Jeanne Clegg, Roberta Falcone, Annamaria Giordano, Jacques Lévy, Thierno Monenembo, Michela Nacci, Peppino Ortoleva, Valerio Petrarca, Burhan Wazir.