Il Novecento è stato «il secolo del trauma» e nel volume si intende verificare, con i dovuti distinguo, se e in quale misura nella produzione culturale dell'Italia novecentesca si può individuare un percorso in virtù del quale quella produzione può essere letta come il racconto di alcuni dei maggiori avvenimenti storici. Così le sezioni del volume si dividono in : "Soldati e scrittori: il trauma della Grande Guerra" - dove vengono studiate le opere poetiche e figurative di tre nomi celebri della letteratura italiana; "Le scritture-testimonianza. Il trauma del fascismo e della Seconda guerra mondiale" - dove viene affrontato un largo spettro di problematiche e di autori nel periodo che va dagli anni Venti-Trenta alla Seconda guerra mondiale. In "Mediazioni terapeutiche del trauma. Resilienza e tabù" si presentano varie forme di scrittura e trasmissione del trauma: testimonianze orali dei deportati ebrei romani; memorie (affidate a taccuini e diari) scritte nel campo di Gusen; ricordi di numerosi sopravvissuti ai bombardamenti in Toscana durante la Seconda guerra mondiale; dialoghi e spazializzazione teatrale di esperienze indirette della Shoah; rielaborazioni letterarie delle violenze commesse sui civili; ricostruzioni storiche delle "Marocchinate". Fra mediazione terapeutica assicurata dalla parola e silenzio legato alla vergogna di fatti inconfessabili, si affrontano qui alcune delle situazioni più drammatiche della Seconda guerra mondiale e dei campi di concentramento.