Il rinnovato interesse dei giuristi manifestato contestualmente per il pensiero di Francesco Scaduto, restauratore e costruttore del diritto ecclesiastico nell'Italia postunitaria, e Pasquale S. Mancini, fondatore della scuola italiana di diritto internazionale privato nonché protagonista dell'attività legislativa ecclesiasticistica ottocentesca, sembra costituire qualcosa di più di una mera coincidenza. L'indizio più intrigante è la tempistica di questa "riscoperta", che per entrambi prende l'abbrivo nello scorcio del secolo scorso, in una stagione dell'esperienza giuridica dove già si afferma l'ambizione di metabolizzare due grandi, ambivalenti tematiche: la progressiva integrazione tra ordinamenti giuridici che perdono la pretesa dell'esclusività cercando di mantenere la propria identità; il presidio dei diritti fondamentali, contemporaneamente elemento di raccordo ma anche di possibile interferenza nella dimensione interordinamentale...