La geografia scolastica, dietro la sua apparenza dimessa e descrittiva, nasconde un formidabile strumento di potere. Infatti contribuisce alla costruzione dell'idea di mondo nelle giovani generazioni, permette di delineare delle regioni, di attribuire loro un carattere, di fondare identità in contrapposizione a quelle di chi abita le regioni "altre", costruisce una centralità, non solo geometrica, della "nostra" regione. La pretesa oggettività della geografia fa in modo che queste delimitazioni, che questa costruzione del mondo, siano percepite come "naturali" dagli studenti che rinunciano così ad interrogarsi sulla possibilità che esista, o che si possa costruire, un mondo diverso. I contributi qui raccolti analizzano e decostruiscono diversi aspetti del discorso della geografia scolastica, mentre il curatore si domanda se accanto ad una critica della didattica della geografia, intesa come un'analisi dell'efficacia della didattica per il raggiungimento degli obiettivi disciplinari, possa esistere una "didattica critica della geografia" il cui scopo sarebbe quello di riflettere sui contenuti ideologici veicolati dalla geografia scolastica.