Il testo si impernia sul mito di Cassandra, affrontato in due tempi opposti, apollineo e dionisiaco. La tragedia, intesa come linea retta verso la distruzione, diventa qui chiave per accedere al presente, esplorando una realtà complessa e non lineare. Basandosi sulla Teoria del tutto, Spregelburd ridefinisce la catastrofe non come distruzione, ma come effetto privo di causa evidente, un'apertura percettiva per l'universo del Senso. Cassandra, condannata a prevedere catastrofi senza essere creduta, irradia bellezza: amministra tempo e spazio in modo consapevole, sfuggendo a idee preconcette e mostrando ciò che non può essere compreso, verbalizzato o previsto.